Il Parco dell’Appia Antica

Se durante il tuo soggiorno alloggerai nel quartiere Ardeatino
e più precisamente nel Parco dell’Appia Antica,
segui il tracciato dei percorsi che ti indico per visitarlo, perché lo merita.

In qualsiasi zona alloggerai, ti consiglio comunque
di trovare il tempo per raggiungere e visitare i suggestivi
luoghi dell’Appia Antica.

Non perderti, se puoi, l’escursione nel Parco in bicicletta o a piedi,
alla riscoperta dell’Antica civiltà di Roma.

Potrai noleggiare la bicicletta all’inizio della Via Appia Antica
a poca distanza dalla Porta di San Sebastiano.

Il Parco dell’Appia Antica
è una vasta zona verde, dove natura e storia si fondono
mostrando il loro splendore in un grande palcoscenico in cui potrai sentirti protagonista.

Proverai un’emozione incredibile nel passeggiare o andare in bicicletta,
soprattutto nei giorni festivi, percorrendo in tutta tranquillità la regina delle vie capitoline
libera da veicoli a motore, nel profumo della macchia mediterranea,
tra pini secolari e ruderi millenari, con la sensazione di vivere nel passato, accarezzando, visitando e fotografando
i resti delle antiche vestigia romane che incontrerai lungo la strada.

Non perderti, quindi, i momenti di “emozione” che il Parco dell’Appia Antica
saprà regalarti con i suoi silenzi e le sue meraviglie.

LA VIA APPIA ANTICA

GIRO TURISTICO SU DUE RUOTE O A PIEDI

1. La via Appia Antica

Da Porta San Sebastiano al Mausoleo di Cecilia Metella e oltre.


L’Appia Antica, chiamata anche dagli antichi romani “regina viarum”, fu costruita nel III secolo a.C. per collegare Roma con le colline di Albano. I lavori furono ultimati nel 190 a.C. quando il percorso arrivò fino a Brindisi, importante porto per il collegamento con la Grecia e tutto l’Oriente.

Partendo da Porta San Sebastiano (raggiungibile con l’autobus 218 a pochi passi da Via Bonincontri come ti indicheremo più avanti, oppure in auto o, se preferisci, anche a piedi o in bicicletta partendo direttamente da casa e seguendo un diverso giro turistico a tuo piacimento) entrerai nel Parco dell’Appia Antica, e ti troverai subito in diretto contatto con la natura e la storia di Roma.

Potrai così osservare numerosi sepolcri, catacombe e ruderi di ville imperiali da mozzafiato.

Ci limiteremo a segnalarti i più conosciuti, raggiungibili in auto (nei giorni feriali), a piedi o in bicicletta (tutti i giorni, ma è consigliabile di domenica quando la zona è chiusa al traffico veicolare oppure, negli altri giorni transitando nell’area delle Catacombe di San Callisto fino alla Basilica di San Sebastiano).

2. Porta San Sebastiano


Sembra che il nome originario fosse Porta Appia perché da lì passava la Via Appia. Edificata nel 275 d.C. in epoca aureliana, successivamente più volte ridisegnata e ristrutturata, nel 1500 prese il nome di San Sebastiano dalla vicinanza della Basilica e omonime catacombe.

È la Porta più grande delle Mura Aureliane. Si presenta con due torri ai lati e una controporta (Arco di Druso) all’interno. Nelle Torri è stato realizzato un museo e nel passaggio esterno tra le due torri si apre la vista sull’Appia Antica nella direzione del percorso che consigliamo di seguire a piedi o in bicicletta facendo attenzione al traffico veicolare nei giorni feriali.

Poco distante dalla Porta, in Via Appia Antica 42 sede degli uffici del parco (dove si può arrivare anche prendendo il bus 218 direzione San Giovanni alla fermata di Via Ardeatina, a trecento metri da casa) si possono ricevere tutte le informazioni per eventuali visite guidate.

È possibile fare il giro anche in archeobus.

3. Chiesetta del “Domine quo Vadis?”


Situata a circa trecento metri dalla Porta San Sebastiano all’altezza dell’incrocio tra la Via Appia Antica e la Via Ardeatina, secondo la tradizione la chiesetta sarebbe stata costruita sul luogo dove Gesù apparve a Pietro in fuga da Roma per scampare alla persecuzione di Nerone, e alla domanda dell’apostolo “Domine quo vadis?” (“Signore dove vai?”), Gesù gli rispose “A Roma per essere crocifisso”. Pietro, compreso il rimprovero, tornò indietro e affrontò il martirio.

La chiesetta è aperta negli orari delle messe.

4. Catacombe di San Callisto


Da un varco posto al centro della biforcazione tra la Via Appia Antica e la Via Ardeatina (chiuso il mercoledì), di fronte alla chiesetta del “Domine quo vadis?”, si accede all’area callistiana, un meraviglioso parco naturale di quindici ettari nel quale si può passeggiare a piedi o andare in bicicletta in tutta tranquillità anche durante i giorni feriali per raggiungere le Catacombe di San Callisto attraverso una comoda strada asfaltata che conduce all’uscita di fronte alla Basilica di San Sebastiano.

Partendo invece da Via Bonincontri, a piedi o in bicicletta, l’ingresso più vicino alle catacombe si trova all’altezza delle Fosse Ardeatine a poche centinaia di metri dalla via. Le Catacombe di San Callisto sorsero nel II secolo d.C. con una rete di gallerie sotterranee di circa venti chilometri su più piani e divennero il cimitero ufficiale della Chiesa di Roma dove furono sepolti decine di martiri, pontefici e moltissimi cristiani.

Prendono il nome dal diacono Callisto I preposto all’amministrazione comunitaria del cimitero e successivamente eletto Papa. Persero tale destinazione nel cinquecento fino a quando, alla fine dell’ottocento e agli inizi del novecento, le reliquie dei martiri e pontefici furono tutte trasferite nelle diverse basiliche di Roma. Si possono osservare cripte e luoghi sacri in grandiose architetture sotterranee.

Foto dell’interno delle Catacombe di San Callisto Crediti: Steve Collis (CC – BY 2.0)

5. Le Fosse Ardeatine


Si trovano sulla Via Ardeatina, a quattrocento metri da Via Bonincontri, quasi di fronte all’ingresso delle Catacombe di San Callisto.

Sono divenute un mausoleo-sacrario, monumento nazionale, simbolo della Resistenza.

Un tempo antiche cave di pozzolana, il 24 marzo 1944 divennero tristemente famose come luogo di fucilazione e sepoltura di 335 civili giustiziati dalle truppe di occupazione tedesche per rappresaglia all’attentato partigiano di Via Rasella in Roma nel quale persero la vita trentatré soldati nazisti.

6. Catacombe di S. Domitilla


Poco più avanti delle Fosse Ardeatine e dell’ingresso alle Catacombe di San Callisto, sulla Via delle Sette Chiese, si trovano le Catacombe di S. Domitilla.

Prendono il nome dalla Santa Flavia Domitilla che lasciò ai cristiani le sue proprietà terriere dell’area ardeatina. Costituiscono il più grande cimitero sotterraneo cristiano di Roma, conosciute anche con il nome dei Santi Nereo e Achilleo.

Sono composte di corridoi scavati nel tufo su più piani per circa quindici chilometri, nei quali furono ricavati loculi, nicchie arcuate, camere sepolcrali familiari, molte delle quali finemente affrescate. Risalgono al II, III secolo d.C.

Dai due santi che vi furono sepolti, Nereo e Achilleo, prese il nome la basilica sotterranea del IV secolo.

Sono considerate le catacombe meglio conservate, le uniche con una basilica ipogea, con simbologie, affreschi e preziosi manufatti del II secolo e con tecniche costruttive che denotano le differenze di censo e di epoca. Alcuni scavi del XX secolo hanno portato alla luce nel sopraterra insediamenti funerari risalenti alla fine dell’età repubblicana (I secolo a.C.).

7. Basilica di San Sebastiano fuori le mura


Uscendo dall’area callistiana, oppure a poca distanza da Via Bonincontri, percorrendo Via Ardeatina fino all’incrocio con Via delle Sette Chiese e poi procedendo su questa strada fino alla vicina biforcazione con Via Appia Antica, si raggiunge la Basilica di San Sebastiano detta anche “Fuori le Mura” o “alle Catacombe”, attributi che le furono assegnati per distinguerla dalla Basilica di San Sebastiano al Palatino.

La basilica è il risultato finale di più interventi di ricostruzione conclusi nel 1600 sulla primitiva Basilica paleocristiana costantiniana a tre navate che, secondo la tradizione, fu edificata nel IV secolo d.C. sopra le catacombe ove nel 258 d.C. sarebbero state trasferite le reliquie degli apostoli Pietro e Paolo per preservarle dalle persecuzioni.

Successivamente, dopo che le reliquie dei due Santi furono traslate nelle originarie rispettive Sedi del Vaticano e di Via Ostiense, la basilica fu dedicata a San Sebastiano, martire romano della persecuzione di Diocleziano, perché nelle sottostanti catacombe, secondo la tradizione popolare, sarebbe stato sepolto il Santo, le cui reliquie sono attualmente custodite nell’omonima cappella.

È la sede parrocchiale della zona Ardeatina di Via Bonincontri, affidata all’Ordine Francescano dei Frati Minori. Dalla basilica si accede alle catacombe che hanno assunto anch’esse il nome di San Sebastiano.

8. Catacombe di San Sebastiano


Queste catacombe, inizialmente luogo di sepoltura di pagani e poi anche di cristiani, presero il nome di San Sebastiano che vi fu sepolto nel IV secolo d.C. Scendendo nelle gallerie che si snodano su tre piani sotto la basilica, si possono osservare, oltre la Cripta di San Sebastiano con il suo busto, tre mausolei della seconda metà del II secolo, con volte e pareti decorate da pitture, raffinati stucchi, iscrizioni nei caratteri in latino, un particolare graffito, decorazioni diverse, e in altri ambienti centinaia di graffiti di devoti della metà del III secolo.

Nella parte posteriore alla basilica, si trova il mausoleo del martire Quirino qui trasportato nel IV secolo e altre cappelle con interessanti pitture del XIII secolo.

9. Villa di Massenzio


Poco oltre la Basilica di San Sebastiano, possono ammirarsi i resti della villa imperiale di Massenzio, con il maestoso circo privato destinato alla corsa delle quadrighe (cocchi trainati da quattro cavalli), forse mai utilizzato dopo la morte dell’imperatore avvenuta per mano di Costantino I nella battaglia di Ponte Milvio del 312 d.C.

Nella stessa area si trova il mausoleo di Valerio Romolo, figlio di Massenzio.

10. Mausoleo di Cecilia Metella e il Castello Caetani


La tomba è del 30-20 a.C. ed è il simbolo dell’Appia Antica. Eretta per una giovane nobildonna romana figlia del console Quinto Cecilio Metello, costituisce non soltanto un omaggio alla defunta ma una celebrazione della gloria della sua famiglia.

Tutto il castrum (castello) che con essa forma un unico complesso, fu costruito intorno al 1302 quando con una bolla pontificia, Papa Bonifacio VIII (Benedetto Caetani) concesse al cardinale Francesco Caetani i diritti sulla chiesa di San Nicola eretta nell’area di Capo di Bove. Il Mausoleo di Cecilia Metella divenne così il torrione della fortezza. Di fronte al mausoleo si trova la Basilica di San Nicola, di cui restano i soli muri esterni senza il tetto.

11. Luoghi di ristoro


Dopo il Mausoleo di Cecilia Metella, si può proseguire sull’Appia Antica, a piedi o in bicicletta, facendo attenzione ai tratti di “basolato” (grandi pietre laviche a terra) che si consiglia di attraversare soltanto a piedi.

Durante il percorso, la sosta in alcuni punti di ristoro allieta il giro turistico.


Andando ancora avanti, si incontrano altri sepolcri ai margini della strada e si può visitare, al quinto miglio, la Villa dei Quintili, un importante sito archeologico raggiungibile anche in auto uscendo dall’Appia Antica dopo il Mausoleo di Cecilia Metella e seguendo l’Appia Nuova fino al settimo chilometro.